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introduzione
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"Posso dire che solo a Roma ho sentito
cosa voglia dire essere un uomo. Non sono mai più ritornato
ad uno stato d’animo così elevato, né a una tale
felicità". Così scrive Goëthe al suo rientro
definitivo in patria nel 1788. Un frase, questa, che rivela tutta
la suggestione esercitata da Roma verso artisti e poeti stranieri,
molti di questi francesi, tra cui David. Anche lo svizzero Füssli
è a Roma dal 1770. La storia, non più paradigma ideale,
diviene sentimento visionario nei suoi disegni, ispirati alla letteratura
e venati di una sottile melanconia. Le sue fonti sono i grandi poeti
del passato: Milton, Shakespeare, Dante, in un preannuncio di Romanticismo,
condiviso anche da alcuni artisti italiani tra cui Cades e Giani. |
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Jean-Germain
Drouais
Filottete ferito abbandonato
sull’isola di Lemno
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Il dipinto, eseguito a Roma da Drouais
e rimasto incompiuto a causa della morte dell’artista, era destinato
al Salon di Parigi del 1787. Ignorando le regole, Drouais trasformò
il suo studio di nudo in una versione del tema del Filottete ferito
e abbandonato sull’isola di Lemno; un tema allora molto in voga,
risalente ad Omero e alla omonima tragedia di Sofocle. Afflitto da
una dolorosa ferita al piede che gli strappa urli ossessionanti, il
re greco Filottete viene abbandonato a Lemno dai compagni dell’esercito
greco che veleggia verso Troia. Indebolito dalla ferita e avvilito
dall’isolamento e dal tradimento dei suoi, Filottete sopravvive
grazie alle frecce invincibili donategli da Ercole che gli permettono
di cacciare gli uccelli dell’isola. Drouais raffigura il guerriero
all’interno di una grotta, con ai piedi i prodotti della caccia
e una delle famose frecce, mentre con la mano destra muove l’ala
di un uccello per alleviare il dolore del piede ferito. La figura
di Filottete straziato nel corpo e nell’anima si era trovata
al centro di recenti dibattiti teorici, sulla definizione dell’espressione
classica del dolore: un’espressione controllata, rimasta a suo
avviso insuperata, che i pittori moderni dovevano a loro volta imitare. |
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Heinrich
Füssli
Dante e Virgilio incontrano
Farinata degli Uberti e Cavalcante Cavalcanti
nel sesto cerchio
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I disegni di Füssli, ispirati dalla
Divina Commedia ed eseguiti tra il 1772 e il 1778, inaugurano a Roma
il grande revival di Dante in epoca romantica. Il pittore svizzero
illustrò alcuni fra i più significativi episodi dell’Inferno
in una serie di disegni di grande forza espressiva che trattano episodi
famosi quali Paolo e Francesca e Il conte Ugolino, ma anche passi
allora meno noti come, tra gli altri, l’incontro di Dante con
Farinata e Cavalcante qui esposto. Lo stile grafico spoglio ed essenziale
e l’atmosfera cupa della scena tendono a ricreare nell’immagine,
sia pur bloccata in un unico momento, l’intensità drammatica
del canto che, con arte poetica e magistrale, Dante articola in tempi
successivi, contrastanti e complementari. Esso inizia, infatti, con
lo scontro veemente tra Farinata e Dante, tra il ghibellino eretico
e dannato e il guelfo inquieto che si stringe esitante alla sua guida,
ma che risponde poi con forza all’avversario. La composizione
di Füssli, monumentale pur nelle dimensioni ridotte, esprime
le esitazioni, il rancore, l’angoscia di Dante nella torsione
della figura che, sulla sinistra, si avvinghia a quella di Virgilio. |
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Altre
immagini |
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Il
Settecento a Roma Palazzo
Venezia
via del Plebiscito, 118 - Roma 10
novembre 2005 - 26 febbraio 2006 |
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