Roma cosmopolita crocevia d’Europa:
l’antico come modello internazionale 1758-1800
  Riflessioni sull’identità del passato.
Artisti francesi e nordici a Roma
 
Personaggi    
Vedute della città    
Arcadia: uomo e natura    
L'eleganza della grazia    
Scena di storia e sacra    
Una città in festa    
L'esotismo e il mondo globale    
Verso l'illuminismo    
Tra archeologia e gusto dell'antico    
Mondo classico e tematiche eroiche    
La città tra riforma e rivoluzione    
L'artista e la consapevolezza di sé    
Riflessioni sull'identità del passato    
Roma negli anni della Rivoluzione    
           

introduzione


  "Posso dire che solo a Roma ho sentito cosa voglia dire essere un uomo. Non sono mai più ritornato ad uno stato d’animo così elevato, né a una tale felicità". Così scrive Goëthe al suo rientro definitivo in patria nel 1788. Un frase, questa, che rivela tutta la suggestione esercitata da Roma verso artisti e poeti stranieri, molti di questi francesi, tra cui David. Anche lo svizzero Füssli è a Roma dal 1770. La storia, non più paradigma ideale, diviene sentimento visionario nei suoi disegni, ispirati alla letteratura e venati di una sottile melanconia. Le sue fonti sono i grandi poeti del passato: Milton, Shakespeare, Dante, in un preannuncio di Romanticismo, condiviso anche da alcuni artisti italiani tra cui Cades e Giani.      
           

Jean-Germain Drouais
Filottete ferito abbandonato
sull’isola di Lemno



Il dipinto, eseguito a Roma da Drouais e rimasto incompiuto a causa della morte dell’artista, era destinato al Salon di Parigi del 1787. Ignorando le regole, Drouais trasformò il suo studio di nudo in una versione del tema del Filottete ferito e abbandonato sull’isola di Lemno; un tema allora molto in voga, risalente ad Omero e alla omonima tragedia di Sofocle. Afflitto da una dolorosa ferita al piede che gli strappa urli ossessionanti, il re greco Filottete viene abbandonato a Lemno dai compagni dell’esercito greco che veleggia verso Troia. Indebolito dalla ferita e avvilito dall’isolamento e dal tradimento dei suoi, Filottete sopravvive grazie alle frecce invincibili donategli da Ercole che gli permettono di cacciare gli uccelli dell’isola. Drouais raffigura il guerriero all’interno di una grotta, con ai piedi i prodotti della caccia e una delle famose frecce, mentre con la mano destra muove l’ala di un uccello per alleviare il dolore del piede ferito. La figura di Filottete straziato nel corpo e nell’anima si era trovata al centro di recenti dibattiti teorici, sulla definizione dell’espressione classica del dolore: un’espressione controllata, rimasta a suo avviso insuperata, che i pittori moderni dovevano a loro volta imitare.  


 

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Heinrich Füssli
Dante e Virgilio incontrano
Farinata degli Uberti e Cavalcante Cavalcanti
nel sesto cerchio


  I disegni di Füssli, ispirati dalla Divina Commedia ed eseguiti tra il 1772 e il 1778, inaugurano a Roma il grande revival di Dante in epoca romantica. Il pittore svizzero illustrò alcuni fra i più significativi episodi dell’Inferno in una serie di disegni di grande forza espressiva che trattano episodi famosi quali Paolo e Francesca e Il conte Ugolino, ma anche passi allora meno noti come, tra gli altri, l’incontro di Dante con Farinata e Cavalcante qui esposto. Lo stile grafico spoglio ed essenziale e l’atmosfera cupa della scena tendono a ricreare nell’immagine, sia pur bloccata in un unico momento, l’intensità drammatica del canto che, con arte poetica e magistrale, Dante articola in tempi successivi, contrastanti e complementari. Esso inizia, infatti, con lo scontro veemente tra Farinata e Dante, tra il ghibellino eretico e dannato e il guelfo inquieto che si stringe esitante alla sua guida, ma che risponde poi con forza all’avversario. La composizione di Füssli, monumentale pur nelle dimensioni ridotte, esprime le esitazioni, il rancore, l’angoscia di Dante nella torsione della figura che, sulla sinistra, si avvinghia a quella di Virgilio.    
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Altre immagini
       
           
    Il Settecento a Roma 
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10 novembre 2005 - 26 febbraio 2006