Roma cosmopolita crocevia d’Europa:
l’antico come modello internazionale 1758-1800
  L’artista e la consapevolezza di sé
 
Personaggi    
Vedute della città    
Arcadia: uomo e natura    
L'eleganza della grazia    
Scena di storia e sacra    
Una città in festa    
L'esotismo e il mondo globale    
Verso l'illuminismo    
Tra archeologia e gusto dell'antico    
Mondo classico e tematiche eroiche    
La città tra riforma e rivoluzione    
L'artista e la consapevolezza di sé    
Riflessioni sull'identità del passato    
Roma negli anni della Rivoluzione    
           

introduzione


  In questa sezione sono esposti ritratti o autoritratti di artisti che si mettono in mostra esibendo con orgoglio gli attributi del proprio mestiere: pennelli, tavolozze, penne, fogli. Anche le donne figurano in questo Olimpo. Angelica Kauffmann, pittrice di successo dall’educazione internazionale, amica dei più importanti intellettuali del periodo, tra cui il famoso pittore inglese Reynolds, e la principessa Giacinta Orsini, poetessa e moderna letterata, raffigurata con la lira e la corona di alloro, simboli della sua gloria poetica.      
           

Anton von Maron
Autoritratto



L’Autoritratto, eseguito nel 1787, mostra il pittore gentiluomo di tre quarti, con la mano destra appoggiata con disinvoltura sul fianco, come una statua antica, al modo dei viaggiatori del Grand Tour, mentre la sinistra che regge la tavolozza e i pennelli, precisa l’attività del personaggio, ulteriormente definita dalla presenza sul fondo del bozzetto per la Morte di Didone. Il quadro, da collocarsi nella Galleria degli Autoritratti di Firenze, mostra Maron al culmine del successo, come un sofisticato artefice. Il personaggio è elegantemente vestito, con una giacca bianca di raso, i polsini e il colletto ricamati e un manto rosso, alla Rubens; con un tocco di vanità Maron si ritrae vistosamente ringiovanito rispetto ai suoi cinquantasei anni, con un viso sodo dalla pelle liscia e compatta. L’Autoritratto viene quindi a cadere, come una sorta di autocelebrazione in un momento di grande importanza per l’artista viennese, ponendosi come sigillo al successo conseguito.  


 

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Anton Raphael Mengs
Autoritratto


  Il dipinto, firmato e datato ottobre 1773, presenta il pittore all’età di 45 anni. Vestito in modo semplice, senza la parrucca o l’ampio mantello che ne esaltino lo status sociale raggiunto, s’impone allo sguardo dell’osservatore per forza comunicativa e tensione psicologica. Nonostante l’apparente aspetto informale, l’opera è l’immagine ufficiale che l’artista elaborò per la collezione di autoritratti degli Uffizi, molto apprezzata dalla critica dell’epoca e dai grand tourists. Mengs rifiuta il modello del pittore ritratto nell’esercizio della sua arte e si propone con in mano la matita e la cartella dei disegni, secondo l’iconografia ricorrente in età neoclassica, rispondente al riconoscimento del primato del disegno nella formazione e nell’attività dell’artista. La cartella chiusa, il gesto allocutivo, le labbra dischiuse e lo sguardo distolto dagli strumenti del mestiere, affermano con forza la dignità di intellettuale del Mengs, impegnato nell’attività di teorico e critico d'arte.    
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Altre immagini
       
           
    Il Settecento a Roma 
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10 novembre 2005 - 26 febbraio 2006