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introduzione
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Gli ultimi trent’anni del secolo
vedono la nascita di un nuovo grande museo, il Museo Pio Clementino,
iniziato per volere di Clemente XIV e terminato in maniera splendida
da Pio VI Braschi. Visitatissimo dai tanti viaggiatori del Grand Tour,
il museo presentava, in una grandiosa architettura all’antica,
opere divenute poi famosissime che si diffondono anche nelle riproduzioni
e nelle arti decorative. Ma nel suo lungo pontificato Pio VI si dedica
anche alla trasformazione in senso moderno della città, conferendole
un nuovo assetto razionale. Lo testimonia la creazione di Piazza del
Popolo, su progetto di Valadier che dota Roma a nord di un ingresso
monumentale e scenografico. L’attenzione del papa si rivolge
anche ai dintorni di Roma, oggetto di ricerche e studi per la bonifica
dei terreni e il loro recupero all’agricoltura, in una visione
moderna e civile del proprio governo temporale. La scena dipinta da
Ducros con il Papa Pio VI in visita alle paludi pontine, testimonia
questo clima già attento al sociale. |
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Antonio
Canova
Maddalena penitente
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L’opera è piuttosto insolita nel percorso
creativo di Canova. In essa l’artista abbandona il consueto
equilibrio nella composizione e la misurata compostezza nell’atteggiamento.
La Maddalena piangente, con il corpo appena coperto dai capelli, si
piega sulla croce. Più tardi Canova considererà l’opera
inferiore a molte altre sue sculture, ponendosi così in disaccordo
con il pubblico parigino, che aveva invece ammirato con entusiasmo
la statua recata in Francia da uno dei molti proprietari che nel tempo
l’hanno posseduta. Nella stessa occasione anche la critica si
mostrerà incerta sul valore dell’opera, presumibilmente
sconcertata dall’inserzione della croce in metallo dorato nel
candido marmo e dall’uso della cera mista a zolfo sparsa dall’artista
sui capelli e sul viso della Maddalena per attenuare l’accecante
biancore del marmo. |
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Raffaello
Morghen
Abrahm Louis Rodolphe Ducros
Pio VI contempla
la bonifica delle
Paludi Pontine
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L’incisione di Raffaello Morghen
è tratta da uno dei dipinti che Abram Louis Ducros realizzò
per i Granduchi di Russia in visita a Roma e oggi a San Pietroburgo.
L’opera trae ispirazione da una delle visite che Pio VI compì
ripetutamente alla pianura delle Paludi Pontine per visionare i lavori
di risanamento della zona che, fino agli interventi da lui voluti
, era paludosa e malsana. Il problema della bonifica della vasta area,
compresa tra Terracina e i monti Albani, era stato periodicamente
affrontato gia nel XVI secolo da Leone X e Sisto V fino a che, nei
primi anni del suo regno, Pio VI pensò di affidare il delicato
incarico all’ingegnere bolognese Gaetano Rappini. Questi iniziò
un’opera grandiosa per i tempi: il drenaggio idraulico realizzato
forando un canale lungo la Via Appia, fino a Terracina. Il papa ebbe
molto a cuore il progetto, tanto che, durante il periodo pasquale,
aveva l’abitudine di recarsi in visita in quei luoghi. |
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Il
Settecento a Roma Palazzo
Venezia
via del Plebiscito, 118 - Roma 10
novembre 2005 - 26 febbraio 2006 |
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