Roma città moderna:
il primato delle arti e delle idee (1700-1758)
  Una città in festa:
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Una città in festa    
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Riflessioni sull'identità del passato    
Roma negli anni della Rivoluzione    
           

introduzione


  Nella sua veste di capitale pontificia, ma anche di crocevia internazionale della cultura, Roma vive nel ‘700 una stagione straordinaria. Dopo il 1710 si riaprono le scene, chiuse per un decennio, e riprende un’attività poliedrica che va dalle commedie, alle favole pastorali, agli oratori, ai drammi, tutti accompagnati da musica. Il teatro alla Pace, l’Alibert, il Capranica, e, dopo il 1732, l’Argentina sono i luoghi canonici di questa vera e propria passione per la scena. Anche il gioco, attività sociale per eccellenza, esce dai salotti per scendere in piazza con il Lotto, istituito da Clemente XII nel 1731 per raccogliere fondi a scopo benefico, e subito divenuto passatempo quotidiano. Per le feste si creano scene, apparati effimeri, argenti ed abiti come il magnifico vestito da sposa con lungo strascico, in seta, pizzi e ricami di argento e strass, creato per la nipote di un alto prelato.      
           

Giovanni Paolo Pannini
Festa al Teatro Argentina per le nozze del
Delfino di Francia



Il dipinto si riferisce ai festeggiamenti organizzati a Roma dal cardinale De La Rochefaucauld, ministro del re di Francia presso la Santa Sede, in occasione del secondo matrimonio del Delfino con la principessa reale di Sassonia. La scena rappresenta la cantata eseguita nel Teatro Argentina da Flaminio Scarselli, per la quale l’architetto Giuseppe Pannini, primogenito del pittore, realizzò il ricco apparato scenico. Al centro del palco, culminante in un pergolato sostenuto da colonne tortili e cariatidi, siedono i cantanti, che impersonano da sinistra a destra Amore, Giove, Pallade e Marte, affiancati da due cori di Grazie. Seguono i musicisti e, fra finte nuvole, il coro degli “Amoretti”. Il dipinto di Panini costituisce un vero e proprio reportage dell’evento e rappresenta l’intervallo tra la prima e la seconda parte della Cantata, quando fu dispensato agli spettatori un abbondante rinfresco.  


 

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Giovanni Paolo Pannini
L'estrazione del lotto davanti alla Curia Innocenziana in
Piazza Montecitorio


  Il bel disegno del celebre vedutista raffigura l’estrazione del Lotto a Roma, evento seguito con particolare attenzione e aspettative tanto dai popolani quanto dai signori. Nato quasi certamente nel XVI secolo a Genova, il gioco si diffuse tra XVII e XVIII secolo in quasi tutti gli Stati italiani con risvolti anche filantropici. Col nome di “Lotto della Zitella”, ad esempio, divenne un modo per dotare le ragazze povere in età da marito, mentre il resto dei proventi veniva differentemente impiegato. Nonostante ciò il gioco fu spesso osteggiato perché considerato immorale e nel 1725 papa Benedetto XIII arrivò a vietarlo in tutto lo Stato della Chiesa. In un momento di grave dissesto delle finanze papali, venne reinserito con nuove regole: nove estrazioni l’anno con cinque numeri vincenti ogni volta. Dal febbraio 1743 il luogo deputato alle estrazioni del Lotto divenne il balcone del Palazzo di Montecitorio, allora sede della Corte di Giustizia. Nel disegno, si nota la colonna di Marco Aurelio e il basamento della colonna di Antonino, oggi nel Cortile della Pigna in Vaticano.    
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Altre immagini
       
           
    Il Settecento a Roma 
Palazzo Venezia 
via del Plebiscito, 118 - Roma 

10 novembre 2005 - 26 febbraio 2006