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introduzione
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La scena di soggetto sacro tradizionale
nella cultura figurativa romana subisce nei primi trent’anni
del secolo un’evoluzione profonda. Lo spunto religioso si carica
di nuove istanze storiche, politiche, o prepotentemente veristiche.
Queste nascono con evidenza da una nuova attenzione al fatto di cronaca
e alle problematiche sociali che emergono a Roma, come nel resto d’Europa,
sulla scia delle istanze del nascente Illuminismo. La storia e la
cronaca forzano i limiti dell’iconografia sacra e portano le
istanze dell’attualità prepotentemente alla ribalta. |
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Marco Benefiali
Santa Margherita da Cortona ritrova
il cadavere dell’amante
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Il grande dipinto fu commissionato dal
cardinale Pietro Marcello Corradini, che aveva intrapreso il restauro
della cappella per celebrare la canonizzazione di santa Margherita
da lui stesso promossa e avvenuta il 16 maggio 1728. La scena descrive
il toccante momento in cui la santa, guidata dal suo cagnolino, scopre
il corpo dell’amante ucciso, seminascosto dai rami secchi in
un bosco. Questa esperienza tragica spinge alla conversione Margherita
che da allora si dedicherà a una vita di carità e penitenza
tra i terziari francescani. La tela è uno dei capolavori di
Benefial in cui si riassume tutta la genialità della sua invenzione
ispirata al classicismo emiliano. Il nudo maschile costituisce un
assoluto anticipo degli studi su questo tema di Batoni e Corvi e la
figura di Margherita, teatrale e sontuosa, coniuga perfettamente la
descrizione storica al fervore religioso. |
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Pierre Subleyras
San Camillo de’ Lellis mette in salvo
gli ammalati dell’Ospedale Santo Spirito durante l’inondazione
del Tevere del 1598
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Interprete originale della tradizione
classica nella prima metà del Settecento, Pierre Subleyras
fu uno degli artisti più apprezzati da Benedetto XIV. La grande
tela raffigura un episodio emblematico della vita del fondatore dell’Ordine
dei Ministri degli Infermi, innovativo sostenitore del ruolo dei religiosi
nella cura materiale dei malati. Ma l’argomento del dipinto
fu probabilmente selezionato anche in considerazione della grandiosa
ristrutturazione dell’Ospedale che rappresentò una delle
più organiche iniziative di riforma di Benedetto XIV. L’immagine
costituisce una delle più alte sintesi tra l’ideale di
forme e proporzioni classiche e la rappresentazione di eventi ed emozioni
reali. La nobiltà dei volti e i gesti composti e privi di enfasi
accompagnano il dramma dell’episodio che culmina nel corpo abbandonato
e seminudo del malato sulla destra. |
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Pierre
Etienne Monnot
Il principe Livio Odescalchi accoglie nel suo palazzo a Roma la
regina di Polonia
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Il bassorilievo immortala un episodio glorioso della
vita del principe Odescalchi: l’ospitalità offerta alla
vedova Jean Sobieski, il liberatore di Vienna dai Turchi, dal 1699
al 1702. Pierre-Etienne Monnot ha fornito una rappresentazione quasi
coreografica di quest’avvenimento con una decorazione limitata
a pochi elementi essenziali. I protagonisti, vestiti alla moda antica,
recitano il loro ruolo forzando un poco l’eleganza delle loro
maniere. L’aspetto fisico dei personaggi è soave, le
figure armoniose e non chiaramente distinte. I due protagonisti sono
uno di fronte all’altro al centro della composizione, da una
parte e dall’altra di uno spazio ardito il cui effetto è
amplificato dal vuoto lasciato all’entrata e sulla scalinata
del palazzo, particolarmente enfatizzato dalla figura danzante del
soldato all’estrema destra. |
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Altre
immagini |
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Il
Settecento a Roma Palazzo
Venezia
via del Plebiscito, 118 - Roma 10
novembre 2005 - 26 febbraio 2006 |
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