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introduzione


  Il ruolo della città, come capitale internazionale delle arti, è condensato nei magnifici dipinti di Pannini del Metropolitan di New York, dove Roma città antica e città moderna si fronteggiano raffigurando due collezioni immaginarie, l’una composta di pezzi e vedute dell’antico, l’altra con vedute della città settecentesca. Segue un tuffo nei luoghi più frequentati e famosi: Piazza Navona, durante le ore di mercato nel quadro su rame di Locatelli, Piazza di Spagna, luogo di ritrovo di artisti e stranieri, fissata in un disegno di Pannini, il Colosseo, colto con suggestiva lucidità di visione da van Wittel, lo scomparso Porto di Ripetta dipinto da Van Lint. La luce e la natura pittoresca intorno alla città, che incantavano artisti e viaggiatori stranieri, continuano ad alimentare il filone del paesaggio classico con Van Bloemen e Locatelli. Nonostante la difficile situazione delle finanze pontificie, Roma continuò a essere per tutto il XVIII secolo il centro di un’intensa attività edilizia che portò anche alla realizzazione di alcune celeberrime imprese architettoniche quali il Porto di Ripetta, la Scalinata di Piazza di Spagna e la Fontana di Trevi. A causa degli ingenti costi, furono invece poche le chiese di nuova costruzione, mentre si susseguirono numerosi interventi di restauro su alcune delle basiliche più importanti della città: dalla facciata di San Giovanni in Laterano, per cui venne bandito un concorso vinto dal fiorentino Alessandro Galilei, a quella di Santa Maria Maggiore, realizzata da Ferdinando Fuga, a quella di Santa Croce in Gerusalemme, opera di Domenico Gregorini; facciate, queste ultime, caratterizzate da quel “borrominismo” che avrebbe influenzato buona parte dell’architettura romana del Settecento. Anche l’attività edilizia civile fu importante e di particolare interesse fu l’elaborazione di una nuova architettura borghese armoniosamente inserita nel contesto urbano, come le palazzine d’affitto realizzate da Filippo Raguzzini davanti alla chiesa di Sant’Ignazio o il palazzetto in Via della Stelletta di Giovannni Stern. L’attenzione al dato urbanistico culmina, sul finire del secolo, nel progetto di Giovanni Valadier per la sistemazione della Piazza del Popolo, uno dei più importanti e spettacolari accessi alla Città Eterna.      
           

Giovanni Paolo Pannini
Galleria immaginaria di vedute di Roma moderna



La Galleria immaginaria di vedute di Roma moderna fu eseguita da Giovanni Paolo Pannini, insieme al pendant, per Etienne- François de Choiseul- Stainville, poi duca di Choiseul, ambasciatore di Francia a Roma dal 1754 al 1757. Giovanni Paolo Pannini, secondo l’Arisi, è seduto al centro della magnifica galleria, accompagnato da due giovani nobiluomini e circondato dai suoi assistenti. Tra i giovani presenti, colui che si rivolge all’artista con un gran libro sotto il braccio potrebbe identificarsi forse con il giovane pittore Hubert Robert. Tra le vedute della Roma moderna, partendo dall’alto a sinistra, si osservano Palazzo Barberini con la fontana del Tritone di Bernini, la piazza di Montecavallo con i Dioscuri, la sottostante piazza di San Pietro, la Fontana di Trevi di Nicola Salvi, la Scalinata di Trinità dei Monti. Al centro una carrellata di sculture, dal Leone di Flaminio Vacca al Mosè di Michelangelo, dal David e l’Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini. Sulla destra nelle nicchie in alto, tre vedute di Villa d’Este a Tivoli. Scendendo si va da Villa Aldobrandini a Frascati a San Giovanni in Laterano, da piazza del Popolo a Castel Sant’Angelo e al Campidoglio. Tornando in alto, si va dalla nuova facciata di Santa Maria Maggiore del Fuga alla piazza di Montecitorio, da piazza Navona al Quadrivio delle Quattro Fontane, dalla facciata galileiana di San Giovanni in Laterano alla Fontana dell’Acqua Paola sul Gianicolo.  


 

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Giovanni Paolo Pannini
Galleria immaginaria di vedute di Roma antica


  La Galleria immaginaria di vedute di Roma antica fu eseguita nel 1757 da Giovanni Paolo Pannini, insieme al pendant con le Vedute di Roma moderna. Tra il 1758 e il 1759 Giovanni Paolo Pannini dipinse un’ulteriore coppia di Gallerie immaginarie di vedute di Roma antica e di Roma moderna. Il committente era Claude-François Rogier de Beaufort-Montboissier de Canillac, incaricato dell’ambasciata di Francia a Roma. Questi due quadri, oggi al Louvre, sono, rispetto a queste, molto variati nella scelta delle vedute dei monumenti e dei personaggi raffigurati. Due personaggi sono in piedi accanto al celebre affresco del I secolo a.C. noto come le Nozze Aldobrandini. I monumenti “romani” illustrati nei quadri appesi alle pareti della galleria d’invenzione sono i più noti dell’antichità. Da sinistra in alto: si va dal tempio della Sibilla a Tivoli alle Colonne del Foro di Nerva, dal tempio di Vespasiano all’arco di Costantino, dall’interno del Pantheon all’arco di Settimio Severo, dal tempio di Antonino e Faustina all’arco di Tito, dalla chiesa paleocristiana di Santa Costanza al Colosseo e dalla Basilica di Massenzio all’esterno del Pantheon. Poche le sculture: da sinistra a destra, l’Ercole Farnese, le Tre ninfe che reggono una vasca, il Galata morente, il Gladiatore Borghese. Al centro il Vaso Medici, il Satiro che suona il flauto, l’Antinoo e l’Apollo del Belvedere, e a destra spiccano il Laocoonte e lo Spinario.    
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Ludovico Rusconi Sassi
Modello per la facciata di
San Giovanni in Laterano


  Il grande concorso del 1732 per la nuova facciata della basilica lateranense rappresenta uno degli avvenimenti più importanti della storia dell’architettura romana degli inizi del XVIII secolo. L’unico modello del concorso a essersi conservato venne eseguito da Ludovico Rusconi Sassi, un architetto romano, all’epoca molto famoso. Francesco Borromini, in occasione dell’Anno Santo del 1650, aveva progettato una nuova facciata, che però non venne mai eseguita. Il cardinale Benedetto Pamphilj, arciprete della basilica, decise di porli come punto di partenza per un piccolo concorso indetto nel 1724. Nel 1729, papa Benedetto XIII aveva deciso la costruzione di una nuova facciata secondo il progetto di Borromini, ma il nuovo papa, Clemente XII, fece interrompere i lavori già iniziati e indisse il grande concorso del 1732. Il modello di Sassi, con l’andamento concavo-convesso della facciata e il frontone, s’ispira al progetto scomparso di Borromini. Il movimento del prospetto e l’impiego di colonne procurarono a Sassi il terzo posto nel concorso.    
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Altre immagini


       
           
    Il Settecento a Roma 
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10 novembre 2005 - 26 febbraio 2006