Immagini di Roma e ritratti dei
protagonisti della vita della città
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introduzione


  Prima di iniziare il percorso, scandito cronologicamente e per tematiche in sezioni, la città ci accoglie con i suoi protagonisti. Una galleria di ritratti ci presenta uno spaccato della società del periodo e delle sue mode. I Principi Orsini, Giacinta e il marito Filippo Bernualdo, offrono un colpo d’occhio eccentrico e sfarzoso. L’autore, Benefial, riesce infatti a far trasparire, con sottile ironia, sotto l’opulenza delle sete, la fissità vacua degli sguardi. Inoltre, con il suo rigoroso realismo, punta all’introspezione psicologica nel Ritratto di Angela Mignanelli. Nell’immediatezza dell’approccio a risultati sorprendentemente vicini giunge, in scultura, Rusconi nel Ritratto di Giulia Albani. Un clima di piacevole vita familiare si respira nella Allegoria dei cinque sensi di Ceccarini. Il Ritratto di Domenico Passionei, di Duprà rivela perfettamente l’arguta intelligenza di un personaggio chiave del secolo, colto e aperto esponente della cultura illuminista. A chiudere la rassegna ancora una coppia di aristocratici, Francesco Caetani e la moglie Teresa Corsini Caetani, dipinti da Cavallucci nel 1777-79.      
           

Marco Benefial
Ritratto di Giacinta
Ruspoli Marescotti Orsini

Ritratto di Filippo
Berualdo Orsini


 


Il lucido verismo di Benefial puntualizza ogni dettaglio della raffigurazione, riuscendo a documentare un frammento di storia e un’attitudine psicologica e sfiorando il realismo caricaturale. La rappresentazione di Giacinta è assolutamente eccentrica: i toni sono tutti giocati sul bianco e sul nero dell’abito, cadenzato dalle ricche bordure di ermellino, l’acconciatura è capricciosa e l’ampiezza della veste occupa l’intera tela. I dettagli di un ambiente superbo sono enfatizzati dalla presenza della corona, simbolo del rango principesco del marito. Tutto sembra dissonante rispetto alla mesta e compunta femminilità della Orsini, sospesa tra realtà e finzione.
Più usuale la tipologia del ritratto di Filippo Bernualdo Orsini, non lontano dai prototipi solimeneschi per lo sfarzo di corte del ricchissimo abito e della parrucca. Ma anche qui tutta l’enfasi da parata si stempera poi nella figura tozza e un po’ vacua del personaggio.
 


 

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Giuseppe Bartolomeo Chiari
Autoritratto
con la famiglia


  Giunto al successo nel 1700, con il grande affresco raffigurante l’Apoteosi di Marcantonio Colonna nel palazzo in SS. Apostoli, Giuseppe Chiari, allievo e continuatore di Carlo Maratti, dipinse, qualche anno dopo, l’Autoritratto con la famiglia. Databile al 1709, la tela celebra l’affermazione sociale e i legami familiari dell’artista. Al centro è raffigurata la moglie Lucrezia Damiani con in braccio Carlo; ai lati i figli Stefano e Teresa , sorretta dallo stesso Chiari che emerge dallo sfondo, insieme al fratello Tommaso, anch’egli pittore e suo collaboratore. La foggia degli abiti, in linea con la moda del primo decennio del secolo - dal mantò di seta nera di Lucrezia, al gonnellino per il piccolo Carlo - i merletti, i nastri e i gioielli sono descritti con compiacimento dall’artista, a sottolineare lo status raggiunto dalla famiglia.    
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Altre immagini


       
           
    Il Settecento a Roma 
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10 novembre 2005 - 26 febbraio 2006