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In un
percorso cronologico e tematico si è voluto
scandire in sezioni a soggetto
lo svolgersi della cultura del secolo. Si parte
così dall’enfasi tardo barocca che
gradualmente si stempera in grazia e ragionevolezza
secondo i dettami dell’Arcadia, seguiti
da artisti sia italiani sia stranieri, soprattutto
i tanti francesi presenti a Roma. Per documentare
questo passaggio è stata scelta un’opera
eccezionale, mai esposta in Italia: il
grande dipinto con Apollo che incorona
il marchese Pallavicini, mecenate e protagonista
del mondo delle arti, dipinta dal suo protetto
Carlo Maratti, conservata nella
dimora patrizia di Stourhead, in Gran Bretagna.
Lo stesso linguaggio spazia dalla scultura con
l’Apostolo San Tommaso
di Pierre Le Gros del County
Museum di Los Angeles alle arti decorative rappresentate
dalla magnifica Culla di casa Pallavicini,
per approdare alla grande pittura di Giaquinto
con le Storie di Enea del Quirinale
e Benefial. La sua grandiosa
Santa Margherita che ritrova
l’amante morto all’Aracoeli volge
il tema sacro in gran teatro.
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Le presenze italiane e straniere si mescolano
in una città che si mette continuamente
in scena alternando spettacoli teatrali,
mascherate, feste spettacolari e cerimonie
religiose. A dimostrarlo bastano il dipinto
di Pannini con una fiabesca
Rappresentazione al teatro Argentina
del 1747, giunto dal Louvre e dello stesso
autore la Estrazione del lotto a Piazza
Montecitorio, curiosa e brulicante
commistione di popolo e dame e ancora l’abito
da sposa con lungo strascico di manifattura
romana. Ma le feste risentono anche del gusto
esotico che investe anche le arti
decorative. Lo indicano i disegni con Maschere
alla cinese tratte da un corteo in
via del Corso del pittore francese Vien proveniente
dal Petit Palais di Parigi e la coppia di
Vedute di Roma curiosamente
realizzate in lacca cinese
di collezione privata. |
L’antico, da sempre polo di attrazione
della città, dal chiuso delle collezioni
private passa ai musei pubblici. Il primo museo
nasce proprio a Roma nel 1734 ed è il Capitolino.
Tra i pezzi archeologici presenti in mostra il
colossale Fauno di rosso antico,
ancora nel museo e il Mosaico con lotta
di fiere dei Musei Vaticani, entrambi
risalenti al II secolo d.C.
Nella seconda metà del secolo l’antico,
pur rimanendo polo d’attrazione, assume
anche una valenza di mercato
per un pubblico cosmopolita sempre
più vasto: antiquari, collezionisti, grand
tourists di ogni estrazione sociale. Così
ai “milordi” inglesi
in viaggio di formazione, ritratti da Batoni
come il mondanissimo Conte di Leicester,
esposto in mostra dalla esclusiva Collezione di
Holkham Hall, mai visto in Italia.
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